Nella corteccia cerebrale anche gli astrociti sono organizzati in strati

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 28 marzo 2020.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

L’efficiente organizzazione esalaminare dei neuroni della neocorteccia cerebrale umana ha un equivalente, seppure di gran lunga meno complesso e differenziato, in tutti gli altri mammiferi, a testimonianza di un piano genetico con una lunga storia nella filogenesi. Gli studi di analisi della struttura citoarchitettonica della corteccia, che nelle speranze dei morfologi del XIX secolo erano condotti per scoprire le basi neurofisiologiche dei processi psichici, hanno rivelato strati di neuroni eccitatori disposti secondo precise regole relative al tipo di cellula nervosa, alla zona della superficie encefalica, alla partecipazione ad unità colonnari e all’organizzazione dell’input e dell’output che pone in connessione il pallio con il resto dell’encefalo e, per questo tramite, con tutto il sistema nervoso centrale.

Nell’anatomia descrittiva, accanto alla citoarchitettonica, si è sviluppata la branca di studio che analizza disposizione e configurazione dei fasci di fibre rivestite di guaina mielinica nella compagine della corteccia cerebrale, ossi la mieloarchitettonica.

Inizialmente fondata esclusivamente sull’impiego del metodo di Weigert, in grado di evidenziare i cilindrassi per il loro rivestimento, si è poi avvalsa del metodo di Bielchowsky, efficace nel rilevare le fibre amieliniche, e gli studi di Baillarger, Betcherew, Cecilia e Oscar Vogt hanno contribuito in maniera decisiva a conferire individualità e indipendenza a questo settore della neuroanatomia. La mieloarchitettonica opera una prima distinzione fondamentale nella materia grigia corticale fra fibre radiate, perpendicolari alla superficie ed espanse a ventaglio intorno all’asse di ciascuna circonvoluzione, con l’estremità che raggiunge il terzo strato corticale, e fibre tangenziali, parallele alla superficie e organizzate a formare lamine nello spessore corticale. Le lamine delle fibre tangenziali sono così distinte: 1) plesso tangenziale di Exner, 2) lamina disfibrosa, 3) stria di Kaes-Betcherew, 4) stria esterna di Baillarger, 5) stria interna di Baillarger, 6) sesto strato citotettonico che contiene la lamina infrastriata.

Questa organizzazione, che ha una perfetta rispondenza nei sei strati dei pirenofori neuronici che compongono la citoarchitettonica corticale, ha costituito per molto tempo il solo oggetto non esclusivamente neuronico – per il rivestimento oligodendrocitico dei cilindrassi – nello studio della corteccia.

In epoca recente, con l’enorme espansione degli studi sulle cellule gliali, in passato sottovalutate e ritenute semplici elementi di sostegno, si è assistito al crescere di interesse per gli astrociti corticali. Dalla partecipazione astrogliale alla segnalazione tra neuroni con un elemento strutturale interposto in sede sinaptica (concetto della sinapsi tripartita) alla gliotrasmissione astrocitaria, non sempre con lento rilascio di glutammato e non solo ad effetto complementare, il ruolo di queste cellule ha sempre più attratto l’attenzione dei ricercatori.

Un nuovo approccio trascrittomico spaziale ha rivelato l’eterogeneità degli astrociti dei diversi strati della corteccia cerebrale dei mammiferi e ha consentito di analizzarne l’organizzazione. Omer Ali Bayraktar e colleghi hanno studiato la differenziazione in sotto-tipi, scoprendo un’interessante relazione con i neuroni.

(Bayraktar O. A. et al., Astrocyte layers in the mammalian cerebral cortex revealed by a single-cell in situ transcriptomic map. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s441593-020-0602-1, 2020).

La provenienza degli autori è prevalentemente la seguente: Department of Pediatrics,  Cambridge Stem Cell Institute, University of Cambridge, Cambridge (Regno Unito); Department of Pediatrics and Neurosurgery, University of California at San Francisco, San Francisco (USA); Laboratory of Glia Biology, VIB-KU Leuven Center for Brain and Disease Research, KU Leuven Department of Neuroscience, Leuven (Belgio); Department of Neurology and Human Genetics, University of California Los Angeles (UCLA), Los Angeles, California (USA).

Omer Ali Bayraktar e colleghi, prendendo le mosse dall’intenzione di verificare se le cellule gliali presentino una stratificazione tipologica comparabile con quella dei neuroni della struttura citoarchitettonica, hanno sviluppato quella che va sotto il nome di HCP (high-content pipeline), ossia la mappa trascrittomica spaziale di grande area (LaST, da large-area spatial transcriptomic), che può quantificare l’espressione genica di singole cellule in situ. Facendo un’accurata analisi di screening di 46 geni candidati per la diversità degli astrociti nella struttura della corteccia cerebrale di topo, i ricercatori hanno identificato specifiche identità astrocitarie.

In particolare, in un gradiente di pattern di strati, hanno caratterizzato una tipologia di astrocita superficiale, una di astrocita medio e una di astrocita profondo, secondo schemi distinti da quelli dei neuroni. Gli elementi distintivi dello strato di appartenenza dell’astrocita erano già stabiliti nella corteccia del primo periodo post-natale, ma in gran parte persistevano nel cervello di topo adulto, così come nella corteccia cerebrale umana.

Il sequenziamento di RNA di singole cellule e l’analisi di ricostruzione spaziale ha ulteriormente confermato la presenza di una differenziazione per strati degli astrociti nella corteccia dell’adulto. Mutazioni in Satb2 e Reeler che spostavano lo sviluppo post-mitotico dei neuroni erano sufficienti ad alterare l’organizzazione laminare delle cellule gliali, facendo supporre l’esistenza di un ruolo istruttivo svolto dai neuroni attraverso specifici segnali.

Infine, lo studio ha rilevato che le configurazioni degli strati divergevano in regioni diverse della corteccia cerebrale di topo.

Secondo quanto emerso da queste osservazioni sperimentali, i neuroni eccitatori e gli astrociti della corteccia cerebrale sono organizzati in lamine distinte e associate alla linea cellulare.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di studi di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-28 marzo 2020

www.brainmindlife.org

 

 

 

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